Salmo 121 (120)
1Canto delle salite
Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrà l’aiuto?
2Il mio aiuto viene dal Signore:
egli ha fatto cielo e terra.
3Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
4Non si addormenterà,
non prenderà sonno
il custode d’Israele.
5Il Signore è il tuo custode,
il Signore è la tua ombra
e sta alla tua destra.
6Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte.
7Il Signore ti custodirà da ogni male:
egli custodirà la tua vita.
8Il Signore ti custodirà
quando esci e quando entri,
da ora e per sempre.
“On sort, on crie c’est la vie! On crie , on sort c’est la mort!”
Usciamo, gridiamo è la vita! Gridiamo, andiamo è la morte!
(Ausone de Chancel)
Fra il grido della nascita e il grido della morte sta il cammino degli abitatori del tempo. L’esistenza è esodo: uscita da un’origine, che è grembo, nutrimento e custodia; esodo verso un altro grembo, notturno,silenzioso, avvolgente. Che questo grembo ultimo sia dimora ospitale e patria, porto sospirato dell’ “ottavo giorno”del vivere e del morire umani, nessun altro avrebbe potuto dircelo all’infuori di Colui che dal grembo eterno del Mistero è venuto nella carne, il Verbo uscito dal Silenzio. “Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, e la notte era a metà del suo corso, la tua Parola onnipotente dal cielo, dal tuo trono regale, ( …) si lanciò in mezzo a quella terra di sterminio. ( … ) Toccava il cielo e camminava sulla terra” (Sap 18, 14 – 16). E’ il mistero del Natale: l’Onnipotente si rivela nella tenera debolezza di un Bambino, l’infinito Silenzio si dice nel verbo “abbreviato” nella carne, la Bellezza del Tutto si offre nel frammento di un presepe.
S.E.Mons. Bruno Forte
O Gesù,
che ti sei fatto Bambino
per venire a cercare
e chiamare per nome
ciascuno di noi,
tu che vieni ogni giorno
e che vieni a noi in questa notte,
donaci di aprirti il nostro cuore.
Noi vogliamo consegnarti la nostra vita,
il racconto della nostra storia personale,
perché tu lo illumini,
perché tu ci scopra
il senso ultimo di ogni sofferenza,
dolore, pianto, oscurità.
Fa’ che la luce della tua notte
illumini e riscaldi i nostri cuori,
donaci di contemplarti con Maria e Giuseppe,
dona pace alle nostre case,
alle nostre famiglie,
alla nostra società!
Fa’ che essa ti accolga
e gioisca di te e del tuo amore.
(Carlo Maria Martini – 24.12.1995)
Grazie Ruggero, mi manchi, che Dio ti benedica sempre Fabrizio
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