
E’ lui, il Risorto, che rialza noi bisognosi. Se sei debole e fragile nel cammino, se cadi, non temere, Dio ti tende la mano e ti dice “Coraggio!”. Ma tu potresti dire, come don Abbondio: il coraggio, uno non se lo può dare. Non te lo puoi dare, ma lo puoi ricevere, come un dono. Basta aprire il cuore nella preghiera, basta sollevare un poco quella pietra posta all’imboccatura del cuore per lasciare entrare la luce di Gesù. Basta invitarlo: “Vieni, Gesù, nelle mie paure e di’ anche a me; “Coraggio!”Con Te, Signore, saremo provati, ma non turbati. E, qualunque tristezza abiti in noi, sentiremo di dover sperare, perché con te la croce sfocia in risurrezione
perché tu sei con noi nel buio delle nostre notti. Sei certezza nelle nostre incertezze, Parola nei nostri silenzi, e niente potrà mai rubarci l’amore che nutri per noi.
Ecco l’annuncio pasquale, annuncio di speranza. Esso contiene una seconda parte, l’invio. “Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea”, dice Gesù. “Vi precede in Galilea” …
Che cosa ci dice questo?
Che l’annuncio di speranza non va confinato nei nostri recinti sacri ma va portato a tutti. Perché tutti vanno rincuorati, se non lo facciamo noi, che abbiamo toccato con mano “il Verbo della vita”, chi lo farà?
Che bello essere cristiani che consolano, che portano i pesi degli altri, che incoraggiano: annunciatori di vita in tempo di morte!
In ogni Galilea, in ogni regione di quell’umanità a cui apparteniamo e che ci appartiene, perché tutti siamo fratelli e sorelle, portiamo il canto della vita! Mettiamo a tacere le grida di morte, basta guerre! Si fermino la produzione e il commercio delle armi, perché di pane e non di fucili abbiamo bisogno. Cessino gli aborti, che uccidono la vita innocente. Si aprano i cuori di chi ha, per riempire le mani vuote di chi è privo del necessario.
Le donne, alla fine, “abbracciarono i piedi di Gesù, quei piedi che per venirci incontro avevano fatto un lungo cammino, fino a entrare e uscire dalla tomba. Abbracciarono i piedi che avevano calpestato la morte e aperto la via della speranza.
Noi, pellegrini in cerca di speranza, oggi ci stringiamo a Te, Gesù Risorto.
Voltiamo le spalle alla morte e apriamo i cuori a Te, che sei la vita.

Dall’omelia di Papa Francesco
Nella veglia di Pasqua 2020