“Che cos’è la nostra vita? Il cammino di un viandante: appena ha raggiunto un certo luogo gli si aprono le porte, abbandona gli abiti da viaggio e il bastone da pellegrino ed entra in casa sua”
Giovanni di Kronstad (1828 – 1908)
In tutte le culture, la via è il simbolo della vita, a partire dall’ebraico per giungere sino a quella specie di manifesto programmatico della beat generation che è il romanzo “On the road” (1957) di Jack Kerouac, scandito dalla dichiarazione “La strada è la vita”.
“E Pensavo dondolato dal vagone
cara amica il tempo prende il tempo dà
noi corriamo sempre in una direzione
ma qual sia e che senso abbia chi lo sa.
da “Incontro” di F. Guccini.
Fondamentale è però, per distinguere il pellegrinaggio dal vagabondare, la meta che ci si prefigge.
La Terra Santa ha costituito per secoli il centro vitale del pellegrinaggio, soprattutto cristiano, a partire da S. Girolamo ed Eteria sino ai crociati e ai nostri giorni. Per la cristianità poi è indubbiamente Roma l’altra grande meta di convergenza, luogo del martirio di Pietro e Paolo e sede della comunione ecclesiale. Mentre scorre il tempo, la trama delle vie di peregrinazione s’infittisce e si ramifica verso mete secondarie, rappresentate dalle tombe degli apostoli e dei santi. Pensiamo ad Assisi, Compostela, Padova e a tanti santuari locali. Si è delineata, poi, una nuova meta che sarebbe brillata fino ai nostri giorni: quella dei santuari dedicati alla Madre del Signore.
A questo punto però noi ci affidiamo alla Bibbia che delinea il pellegrinaggio ebraico e cristiano nella sua fondante dimensione teologica e simbolica.
Il primo pellegrinaggio è quello che accomuna tutti i figli di Adamo che, appena usciti dal grembo materno, iniziano la conquista dello spazio e del tempo in una ricerca che non ha mai sosta. Eppure anche in questa specie di pellegrinaggio deforme e deviato dalla nostra ribellione, vigila la presenza amorosa di Dio. A vigilare la strada dell’abbandono percorsa dal figlio prodigo e la pericolosa staticità dell’altro figlio, c’è il Padre prodigo di amore e di misericordia. … che indicherà…. “il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza,dolcezza senza fine alla tua destra” (Sal. 16,11).
Sii tu, Gesù, la canoa che mi tiene a galla nel mare della vita,
il timone che mi trattiene sulla giusta rotta,
il bilanciere che mi mantiene stabile nell’ora della tentazione.
Sia il tuo Spirito la vela che mi conduce giorno per giorno.
Conserva il mio corpo forte:
così remerò con energia nel viaggio della vita.
Chiese della provincia della Melanesia