Viaggiare è certamente una delle attività umane più antiche. Si può pensare che il primo viaggio fu effettuato dal primo uomo che abitò la Terra , così che viaggiare divenne sinonimo di questo Homo Viator che da migliaia e migliaia noi siamo. All’alba dei tempi il viaggio era senza la sopravvivenza. L’uomo lasciava il suo rifugio in cerca di nutrimento e di condizioni più stabili. Ma è impossibile che il cacciatore primitivo non provasse meraviglia e piacere nella pura scoperta della Terra. O che il pastore, nei suoi trasferimenti stagionali in cerca di pascoli, non si affezionasse alla dolcezza o bellezza di certi luoghi più che di altri. O coloro che disegnavano piccole figure sulle pareti della grotte in cui abitavano non lo facessero anche pr segnalare quello che riempiva loro il cuore, per quanto il loro stupore non andasse esente da incomprensione o terrore.

Dove esiste l’uomo esistono la memoria e la passione del viaggio.
Lo scrittore Paul Bowles diceva che il turista e il viaggiatore si distinguono per l’esperienza che fanno del tempo, frettolosa quella del turista, lenta quella dl viaggiatore: “Dopo poche settimane, o pochi mesi, il turista si affretta a tornare a casa; il viaggiatore che non appartiene ad alcun luogo in particolare, si sposta lentamente da un punto all’alto della Terra”.

Sul palmo della sua mano
Possa la strada venirvi incontro
possa il vento sospingervi dolcemente
Possa il mare lambire la vostra terra
e il cielo coprirvi di benedizioni.
Possa il sole illuminare il vostro volto
e la pioggia scendere lieve sul vostro campo.
Possa Iddio tenervi sul palmo della Sua mano
fino al vostro prossimo incontro
Possa la sua leggerezza largamente benedirvi.